Come è stato già comunicato tramite il blog ufficiale e seguendo quanto già messo in atto da Microsoft per la console XBox 360, Sony ha iniziato l'attacco a chi si è permesso di manomettere la PlayStation 3, prodotto che evidentemente ritiene di aver venduto sotto il vincolo di proprietà limitata.
Tempi duri si prospettano non solo per chi abbia acquistato giochi piratati o sbloccato la propria console con uno dei vari jailbreak: infatti la multinazionale giapponese ha ottenuto il via libera da un giudice federale di San Francisco per acquisire gli indirizza IP di tutti i cittadini statunitensi che abbiano anche solo visitato il sito dell'hacker George Hotz da gennaio 2009 in poi.
Sony potrà non solo tracciare a posteriori i visitatori del sito di GeoHot residenti negli States, ma la misura si estende anche a chi abbia visionato i video su YouTube e persino ai lettori dei messaggi su Twitter.
Il giudice, accogliendo il ricorso del gigante di Tokio, ha sostenuto che il comportamento degli utenti sarebbe illegale ricadendo nella lotta alla contraffazione e in particolare nella previsione del Digital Millennium Copyright Act (DMCA) e del Computer Fraud and Abuse Act.
È curiosamente evidente che, allo stato attuale delle cose, persino le solitamente agguerrite associazioni di internauti e consumatori in genere abbiano scelto di non far sentire la propria voce nel merito della vicenda.
Forse è solo la misura di quanto la potenza economica di certe multinazionali sia stata in grado di trasferire altrove il rapporto fiduciario chiaramente impresso sulla moneta degli Stati Uniti sin dall'epoca della fondazione.
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